Sono nata circa 300 anni fa, nel medioevo sono stata una “STREGA” morta sul rogo...
QUANTE STREGHE
giovedì 7 agosto 2064
SETIRIA la strega bianca
Sono nata circa 300 anni fa, nel medioevo sono stata una “STREGA” morta sul rogo...
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Raffaela Maria Sateriale
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domenica 8 novembre 2015
Halloween non sarebbe nulla senza Apuleio
Streghe e inani incubi, malìe desiderate e vincenti sogni di gloria, oscuri e sanguigni desideri, orgiastici impulsi e vitali speranze. Senza Apuleio di Madaura, il lucido e sopraffino scrittore, Halloween non esisterebbe. Da quell'impulso iniziale nacque la narrativa notturna e pedestre della ricerca di paure ed incertezza.
Un sorriso anima il ghigno mortifero degli zombie e si consuma con l'epidermide dissolta. Anemoni terreni oscillano di capigliature colorate nel buio dell'attesa. Dolcetto pensieroso a te sta ricordare ogni fatuo ricordo...
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venerdì 16 ottobre 2015
Simon Mago lo sciamano delle lande nascoste
Sono nato verso le 23 di una notte illuminata dalla luna nera e circondato dalle abili giravolte di streghe birichine. Il giorno dopo erano le Ceneri del Signore. A 6 anni sognavo di raggiungere la luna e di scrivere romanzi. Poi ad un tratto durante la notte mi comparve sul muro della stanza un personaggio. Pensavo ad un sogno, ma gli occhi erano aperti e vedevo lui, la barba folta, bianca, lunga a cadere sul petto e sulla tunica anch'essa candida. Aveva le gambe incrociate e mi dispensava consigli. Quali non so o non ho voluto capire. Rimasi indifferente, ma solo in apparenza perché il mio animo forgiato nei Pesci mi dava irrazionalità e desiderio di fuga nel trascendente. L'uomo era dignitoso e autorevole. Lo avrei rivisto identico anni dopo in film avventurosi e densi di precognizioni. Era lo Sciamano delle lande nascoste, colui che mi avrebbe guidato e che ancora lo fa per motivi che solo adesso riesco a comprendere. Quella notte aspettai di svegliarmi per la paura che mi prese e che mi rimase quando non riuscì a chiudere gli occhi, rimasti sempre aperti.
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domenica 6 novembre 2011
Premonizioni e sensitività: prevedere e predire il futuro
Chi non ha mai avuto la sensazione, spesso forte, che qualcosa stia per avvenire, che qualche evento ci sta per interessare da vicino?
Una sensazione forte, spesso accompagnata da uno stato emozionale intenso, tachicardia, sudorazione, senso di angoscia.
Prima di tutto iniziamo con il chiarire che la maggioranzadelle persone non è in grado di avere “premonizioni” : quasi sempre è una predisposizione naturale e non bisogna confondere le normali paure accentuate dagli stati d’animo.
La quasi totalità delle persone che dice di avvertire che qualcosa sta per accadere, riferisce che la sensazione è quasi sempre per qualcosa di brutto, qualcosa di negativo che sta per accadere.
Ma cos’è esattamente una “premonizione”?
Premonizione e precognizione
La premonizione è prevedere qualcosa che avverrà nel futuro : viene anche chiamata precognizione quella facoltà, appunto, che mette in condizione un soggetto di prevedere con una discreta certezza e puntualità eventi del futuro, sia positivi che negativi.
Sfatato il primo punto, cioè quello che le premonizioni sarebbero solo quelle in grado di rivelarci eventi negativi, occorre precisare che possono presnetarsi in vario modo.
Genericamente sono “sensazioni” che informano la nostra anima che qualcosa sta per accadere, qualcosa che riguarda noi, o le persone prossime o con cui siamo in contatto.
Ma oltre alle sensazioni si può avere precognizione nei sogni o fino a vere e proprie visioni.
Una seconda vista in definitiva che ci consente di penetrare il prossimo futuro, una visualizzazione di un evento che sta per avvenire a distanza di chilometri.
La precognizione, lo ribadiamo a scanso di equivoci, non è affatto comune e sposa integralmente il concetto di “sensitività”.
Celebre, ad esempio, è il caso dell’olandese Gerard Croiset dove la precognizione esplode nella sua spiccata sensitività , al punto che fu spesso interpellato per risolvere il caso di persone scomparse, o casi di omicidio.Croiset usava toccare e stringere oggetti appertenuti, ad esempio, alla vittima di un omicidio e riusciva a descrivere, spesso nei dettagli, la scena del delitto e il suo assassino.
Gerard Croiset metteva a disposizione di tutti le proprie facoltà e senza alcun fine di lucro.
Un giorno fu sottoposto a un esperimento : portato in un teatro, fu poi portato in una sala attigua, e gli fu chiesto di descrivere la persona che aveva preso il suo posto a sedere in sala. La descrizione, inutile dirlo, fu accurata anche nei dettagli.
Ma Croiset aveva anche precognizione anche per eventi del futuro : vero che numerosi furono i suoi fallimenti, ma è anche vero che le sue capacità extrasensoriali, attraverso le quali riusciva a prevedere eventi futuri, altrimenti non prevedibili, sono state universalmente riconosciute.
Altri esperimenti sono stati condotti nel corso degli anni da studiosi : come, ad esempio, quello delle luci rosse.
Su un quadro vengono fissate delle luci rosse che possono essere accese alternativamente singolarmente o in gruppo : l’esperimento consiste nel chiedere alla persone di indicare quali saranno le luci che si accenderanno man mano.
Le persone sottoposte a questo esperimento si dividono in tre gruppi : quelli che non riescono a prevedere quali lampadine si accenderanno, quelli che hanno una discreta quantità di risposte esatte , e , in numero davvero esiguo, quelle che hanno una percentuale di errore prossime allo zero.
La terza categoria vengono poi sottoposti a ulteriori esperimenti per confermane le capacità extrasensoriali.
Sensitività e veggenza
La sensitività è dunque una prerogativa fondamentale nei fenomeni di precognizioni : anche noi potremmo esserlo e senza saperlo.
Dunque vale la pena approfondire sottoponendosi a qualche esperimento : e ricordiamoci che le capacità extrasensoriali, se scoperte, vanno “coltivate” e valorizzate.
Per il sensitivo, dicevamo, è come avere una seconda vista in grado di perscrutare qualcosa che è scritto anche se ancora deve avvenire, per quella ragione che abbiamo spesso ribadito che il “tempo” non ha confini e soprattutto non esiste.
Il tempo è quel fattore per cui “misuriamo” lo sviluppo biologico e determinandone una divisione arbitraria.
Diciamo che il “tempo” è passato perchè il bambino diventa adolescente, poi adulto, poi anziano. Perchè da quando era bambino a quando sarà anziano il sole avrà fatto un certo numero di rivoluzioni. Ma in realtà c’è stata solo trasformazione biologica, ma l’istante è lo stesso. Tutti gli eventi sono collocati temporalmente come sulla punta di un ago.
Celebre è la frase nel Vangelo di Cristo :”Io vedo satana cadere dal cielo”. Non io ho visto, io vedo, come se la caduta di satana fosse un fatto che stesse avvenendo in quell’istante e non già in tempo remoto.
Il sensitivo quindi è in grado di catturare con il suo terzo occhio quella parte che noi chiamiamo futuro, ma è collocato esattamente con altri eventi su quella punta di ago che dicevamo prima.
Facciamo un esempio concreto : le famose carte Zener.
In genere si usano con una persona che mescola le carte e poi , senza mostrarla al “sensitivo” ne sceglie alcune in sequenza aspettando che il sensitivo dica la sequanza delle carte.
In realtà alcuni formulano l’ipotesi che il “sensitivo” con il suo terzo occhio legga la carta, ma l’ipotesi più probabile è che il “sensitivo” con la sua seconda vista non veda la carta, ma veda il “futuro” cioè veda la carta rovesciata dopo la sua risposta.
Se il tempo non esiste, il sensitivo sta leggendo qualcosa che è già avvenuto in quel momento,ma che non è stato ancora vissuto.
Qui si innesta il concetto di chiaroveggenza : molti sensitivi non sono riusciti a sviluppare le proprie capacità, la propria seconda vista, altri invece, con un grado di sensitività maggiore, hanno avuto modo di “educare” questà facoltà extrasensoriale , al punto che per loro diventa estremamente facile predire eventi futuri per altre persone, spesso lontani diverse centinaia di chilometri.
Parliamo spesso di persone che si servono di mezzi di concentrazione più disparati : dai cristalli, a oggetti particolari, alle superfici specchiate ecc.
Possiamo essere veggenti e non saperlo?
Ognuno può avere, più o meno sviluppati, caratteristiche di sensitività.
Non occorre farne però l’oggetto continuo e spasmodico di ricerca ad ogni costo.
La quasi totalità delle persone non lo sono affatto : la sensitività è rara, molto rara.
Vero che esiste una “sensitività” diciamo leggera, spesso amplificata dagli stati d’animo.
Ma è e resta una forma rara.
Vale la pena di fare esperimenti, ragionati e precisi : ma se ci dovessimo accorgere che non abbiamo facoltà extrasensoriali, non rammarichiamoci. Rientriamo nel grandissimo numero di persone “normali” e forse dobbiamo essere riconoscenti a madre natura.
La sensitività e la veggenza sono una responsabilità che spesso grava sulla nostra coscienza.
Ma se dopo alcuni esperimenti ci accorgessimo di essere in parte sensitivi, sarebbe un grave delitto disperdere questo patrimonio che è un po’ di tutti.
Il consiglio è quello di valutare per bene e scoprendosi sensitivi, sviluppare le proprie precognizioni per metterle al servizio degli altri.
TRATTO DA http://predire.vos.it/2009/04/15/premonizioni-e-sensitivita-prevedere-e-predire-il-futuro/
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Raffaela Maria Sateriale
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mercoledì 22 aprile 2009
Sognare la madonna...ed io l'ho sognata stanotte!
Ho sognato che la Madonna mi sorrideva con gli occhi...
Mi sono svegliata con una grande fiducia nel cuore e nella mente, ecco il significato del sogno:
La Madonna nei sogni esprime aspetti del femminile interiore fra i quali maternità e sacrificio, amore ed oblazione, potere e sacralità, fiducia e consolazione. Presta la sua immagine a tutti i contenuti della psiche che hanno contatto con la sicurezza e la spiritualità, che sanno raccogliere e leggere i segnali della vita, che sanno trovare risposte.
La Madonna che compare nei sogni è rappresentazione simbolica di un aspetto del sognatore che emerge allo scopo di consolarlo con la sua energia amorevole e materna, di incoraggiarlo con messaggi, di guidarlo con indicazioni, di rispondere alle sue paure ed incertezze. E’ una parte molto potente che può avere effetti di guarigione e di cambiamento.
Una parte che sa “fare miracoli” e che per questa ragione riconnette l’individuo al suo potere personale, all’importanza della creatività e all’accettazione viscerale della vita e delle esperienze che questa porta.
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Raffaela Maria Sateriale
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domenica 7 dicembre 2008
LE STREGHE
Le streghe
di Behringer Wolfgang
Prezzo: € 11.00
Disponibilità: Normalmente disponibile in 1/2 giorni lavorativi
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Raffaela Maria Sateriale
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Streghe. La riscossa delle donne d'Italia
Autore/i: Lilli Gruber
Editore: Rizzoli
Prezzo deastore.com (info) € 19.50
Formato: Libro rilegato
Data di pubblicazione: 2008
Disponibilità (info) 5 giorni lavorativi
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Raffaela Maria Sateriale
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Cronologia sulle streghe di Milano
1147
Entra nel Decretum Gratiani prendendo il nome di "Canon Episcopi" il più antico testo contro le streghe. Attribuito tradizionalmento al Concilio di Ancira del 314 è stato compilato probabilmente nel IX secolo e compare in opere del X ed XI secolo.
1184
Conferenza a Verona tra Federico Barbarossa e papa Lucio III che stabilisce il legame tra chiesa e autorità civili per la repressione delle eresie. Le modalità repressive trovano poco dopo la loro codificazione nella decretale Ad abolendam.
1218
Secondo il Cathalogus chronologicus fidei questor Mediolani in quest'anno inizia a Milano l'attività del tribunale dell'Inquisizione.
1233
22 aprile
Breve di Gregorio IX che affida ai domenicani la giurisdizione sul Nord Italia per quanto riguarda i processi penali contro gli eretici, affiancandoli ai vescovi.
12 giugno
Bolla Vox in Rama di Gregorio IX nella quale per la prima volta vengono citate e condannate pratiche di stregoneria, relative alla Germania. Si parla di omaggio al demonio, profanazione dei sacramenti, balli, banchetti e orge sessuali, metamorfosi animali. Per una descrizione completa del sabba manca ancora la rinuncia a Dio e alla fede e soprattutto la modalità di raggiungimento in groppa ad animani o a cavallo di un bastone dopo essersi spalmato il corpo con un unguento.
1320
(data incerta) Bernardo Gui, nel suo Manuale dell'Inquisitore, cita al capitolo VI "sortilegi, divinazioni e invocazioni" facendo rientrare le pratiche di stregoneria nell'ambito dell'eresia.
1327
Bolla "Super illius specula" di papa Giovanni XXII con la quale viene conferita valità universale alle precedenti raccomandazioni indirizzate a chiese locali per la lotta alla stregoneria. Con questa bolla inizia ufficialmente la caccia alle streghe da parte della Chiesa, tramite l'Inquisizione.
1330
Tra il 1330 e il 1340 vengono celebrati numerosi processi per stregoneria nella Francia meridionale, nella zona di Toulouse e Carcassonne. In questi processi si parla per la prima volta di "sabba".
1332
Agli anni 1332-1342 risale il più antico documento processuale italiano relativo a un caso di stregoneria: il Consilium di Bartolo da Sassoferrato al vescovo di Novara (poi arcivescovo di Milano) Giovanni Visconti in merito ad una strega di Orta.
1375
28 luglio
Processo per stregoneria contro Gabrina degli Albeti nella città di Reggio Emilia, dal 1371 sotto la signoria di Bernabò Visconti. E' il più antico processo di questo tipo celebreto in Italia di cui ci restino i verbali.
Il nome "Gabrina" diventerà in seguito (Ariosto, Straparola e altri) sinonimo di strega.
1376
Il domenicano catalano Nicolas Eymerich scrive il Directorium inquisitorum.
1385
16 settembre
Sentenza e condanna da parte del podestà di Milano Carlo Geno di Gaspare Grassi da Valenza, accusato di essere "pubblico negromante, incantatore di demoni, uomo di eretica pravità e relapso nella abiurata eresia".
La condanna viene eseguita nel Broletto Nuovo davanti a una grandissima folla. E' la prima esecuzione capitale a Milano per questi reati della quale resti memoria.
1390
26 maggio
Processo e condanna al rogo di Sibillia Zanni per stregoneria da parte dell'inquisitore di Sant'Eustogio fra' Beltramino di Cernuscullo. Sibillia Zanni, come Pierina de' Bugatis, che verrà condannata due mesi dopo, confessa di aver partecipato al "gioco di Diana, che chiamano Erodiade". Le due donne affermano di aver chiamato Madama Horiente la signora del gioco. [ASCMi, Registro della sentenze criminali. Cimeli, 147, f.51rss]
21 luglio
Processo di Pierina de' Bugatis in Sant'Eustorgio per stregoneria. La condanna sarà pronunciata il 13 agosto.
[ASCMi, Registro della sentenze criminali. Cimeli, 147, f.53 ss]
1416
Processi di massa contro le streghe nel comasco. L'inquisitore Antonio da Casale consegna, solo in quest'anno, ben 300 streghe al braccio secolare perché vengano bruciate.
1431
Iniziano i processi per stregoneria in val Leventina. Poco più tardi inizieranno numerosi processi anche in Valtellina. I processi si intensificano all'epoca di Francesco Sforza.
1437
(data incerta) Johann Nyder scrive il Formicarius (formicaio).
1460
Gerolamo Visconti, provinciale della provincia domenicana di Lombardia dal 1465 al 1478, anno della sua morte, scrive intorno a quest'anno i due trattati Lamiarum sive striarum opusculum e Opusculum de striis basati sui processi per stregoneria svoltisi in S. Eustorgio in quegli anni. Nei trattati si afferma con decisione che il gioco di Diana si verifica realmente e non è una semplice illusione. Sempre in questi anni in Francia Pierre Mamoris scrive il Flagellum maleficorum.
1470
Giordano da Bergamo scrive la Quaestio de strigis.
1471
30 gennaio
Galeazzo Maria Sforza assiste a Monza all'esecuzione di Caterina de Pilli detta Ruggiera da Bergamo. L'esecuzione, decretata il 30 agosto dell'anno precedente, era stata rinviata su richiesta del duca che era interessato ad assistere all'avvenimento.
1483
Negli anni 1483-85 numerosi processi contro le streghe vengono celebrati a Bormio, con grande risonanza in Europa.
1484
9 dicembre
Bolla "Summis desiderantes affectibus" di papa Innocenzo VIII con la quale il papa sollecita un'azione energica contro le streghe e si proclama convinto della realtà effettiva del sabba. Da questa bolla proviene il mandato ai domenicani tedeschi Sprenger e Istitoris di redigere il Malleus maleficarum (1486), il più autorevole manuale contro le streghe ad uso degli inquisitori.
1489
Il giurista svizzero Ulrich Molitor pubblica il De lamiis et phitonicis mulieribus nel quale si confuta il carattere reale dei voli e dei sabba. Il libro è corredato da sette famose xilografie che illustrano le azioni delle streghe.
1490
13 settembre
Viene bruciata in Broletto una Antonia da Pallanza come strega.
1496
24 ottobre
Giovanni da Beccaria informa Ludovico il Moro di aver trovato a Sondrio uno stregone di 80 anni (professionalmente molto accreditato!) che avrebbe potuto svelare al duca "qualche malignitade".
1499
Fernando de Rojas, ebreo convertito spagnolo, pubblica a Burgos la Tragicommedia di Calisto e Melibea, meglio nota come La Celestina. Questa commedia, ancora oggi famosa, ha come protagonista una strega.
1505
Samuele di Cassinis pubblica un opuscolo a Milano nel quale si nega la realtà degli atti di cui erano accusate le streghe. Gli risponde l'anno seguente il domenicano pavese Vincenzo Dodo difendendo il punto di vista degli inquisitori.
1510
In Valcamonica vengono giustiziate 60 streghe e numerosi stregoni.
1514
Nel territorio di Lugano e Mendrisio si verifica una grande caccia alle streghe, si parla di 300 donne arse sul rogo. E' un episodio famoso, spesso citato in seguito negli scritti contro l'Inquisizione, ma poco documentato.
1515
13 febbraio
Viene bruciata in S. Eustorgio una Giovannina (forse una strega).
1517
4 agosto
Si abbattono su Milano delle "tempeste terribili". Si forma subito la leggenda che quelle tempeste fossero state provocate da sette streghe bruciate nella stesso giorno a Orago e a Lomazzo. [Giovanni Andrea Prato, Storia di Milano]
1518
Numerosi processi e roghi di streghe in Valcamonica. Si parla con insistenza di sabba al Monte Tonale, che sarebbe stato il luogo di riunione preferito dalle streghe del Nord Italia in questi anni. A partire da quest'anno fino alla peste del 1524 i processi si susseguono molto numerosi in tutta la Lombardia. Celebre il caso di Benvegnuda detta la Pincinella di Nave (Brescia) anche perché si sono conservati gli atti del processo, riportati nei Diarii di Marin Sanudo il Giovane.
1519
24 luglio
Viene bruciata in S. Eustorgio una Simona Ostera di Porta Comasina.
1523
Dopo aver assistito ad alcuni processi per stregoneria tenuti a Bologna, Giovan Francesco Pico della Mirandola scrive il dialogo "Strix, sive de Ludificazione Daemonum" nel quale viene sostenuta la tesi dell'esistenza dei poteri reali delle streghe.
1536
Paolo Grillando pubblica il Tractatus de hereticis et sortilegiis citando numerosi casi di stregoneria tra cui alcuni relativi al noce di Benevento. Il trattato, molto citato in seguito, venne perà anche criticato da molti intellettuali dei Rinascimento come Andrea Cesalpino, Gerolamo Cardano e Giovan Battista Della Porta.
1542
22 maggio
Bolla di convocazione del Concilio di Trento.
21 luglio
Con la bolla Licet ab initio, il papa Paolo III riforma l'Inquisizione romana, dandole un assetto più centralizzato e più efficiente, sul modello dell'Inquisizione spagnola.
21 ottobre
Viene bruciata in S. Eustorgio Lucia da Lissono.
1550
Gerolamo Cardano pubblica il De subtilitate. Nel libro XVIII, de mirabilibus, a p. 909 dell'edizione del 1611, parla delle carenze di almentazione che provocano disturbi mentali nelle donne accusate di stregoneria e descrive le sostanze con le quali vengono composti gli unguenti.
1558
17 aprile
Papa Paolo IV rende definitivo il trasferimento del tribunale dell'Inquisizione di Milano da S. Eustorgio a S. Maria delle Grazie, già avvenuto di fatto da alcuni anni.
1563
Filippo II decide di introdurre l'Inquisizione spagnola nello Stato di Milano. Di fronte alle vivaci proteste della città e del nuovo arcivescovo Carlo Borromeo deve però recedere dalla sua decisione.
7 dicembre
Carlo Borromeo viene consacrato arcivescovo di Milano.
1568
Carlo Borromeo chiede la cattura a Dumezia (Luino) di Domenica di Scappi, detta la Gioggia, "denontiata al offitio della sanctissima Inquisitione per stria notoria".
Nel corso del primo Concilio Provinciale indetto da Carlo Borromeo viene approvato il decreto De magicis artibus, veneficiis divinationibusque prohibitis.
1569
Processo a Lecco contro otto streghe. Contrasti tra il Borromeo, che insiste per la condanna, e il Senato milanese.
1579
Il medico Johann Wier, discepolo di Agrippa, scrive il De lamiis, un trattato che considera le streghe "vecchie melanconiche non padrone dei propri sensi, e a causa dei loro cervelli sconvolti credono di fare cose impossibili". Il testo venne violentemente attaccato da Jean Bodin nella sua Démonomanie des sorciers (1580).
1583
Visita pastorale del Borromeo in val Mesolcina. Al seguito della visita vengono arrestate 150 persone per stregoneria. Di queste, 11 vengono condannate al rogo: il prevosto e dieci donne.
1593
Martino Del Rio pubblica le Disquisitionum magicarum libri, l'ultimo grande manuale per gli inquisitori.
1595
Nicolas Rémy (Remigius) pubblica la Daemonolatria. L'autore era soprattutto noto come giudice: in 15 anni, dal 1576 al 1591 aveva condannato a morte per stregoneria in Lorena circa 900 persone.
11 giugno
Federico Borromeo viene consacrato arcivescovo di Milano. Entra in Milano il 27 agosto.
1598
La città di Milano pensa di istituire un carcere apposito per le streghe nella Torre dell'Imperatore nell'attuale via Santa Croce. Tra il 1598 e il 1600 vengono versate a questo scopo le prime 3252 lire nel Banco di Sant'Ambrogio. Tra i promotori dell'iniziativa il cardinale Federico Borromeo.
1599
22 dicembre
Viene bruciata come strega in Ponte Vetero Marta de Lomazzi.
1601
1 aprile
Fra' Agostino Galamini da Bresighella, inquisitore generale, emana l'Editto generale per il Santo Officio dell'Inquisizione di Milano. In questo editto, che impone la denuncia (non anonima però!) di eretici e giudei, descrive in questo mode le pratiche di necromanzia: "far sacrificio al Demonio, o giurare fedeltà, o essercitare incanti, magie, maleficii, stregherie, sortilegii, et altre attioni simili, o pur tentare rimedii, o medicamenti diabolici, con segni o parole inconite, o portando sopra di se anelli, o altre cose, ...".
1603
10 giugno
Vengono bruciate come streghe alla Vetra Isabella Arienti, detta la Fabene, e Gabbana la Montina. Si suppone che in questo periodo ci siano state a Milano altre esecuzioni non registrate nei documenti.
1608
Fra' Francesco Maria Guaccio, dell'ordine di S. Ambrogio ad Nemus, pubblica a Milano il Compendio delle stregonerie (Compendium maleficarum) corredato da numerose incisioni.
giugno
Epico scontro con il Demonio di Federico Borromeo a Claro, presso Poleggio, luogo prediletto dalle streghe per il loro raduni. Il Borromeo vi pianta una croce e intima ai diavoli di non congregarsi più in quel luogo. I diavoli si vendicheranno nell'agosto 1613 assalendo il Cardinale sul monte Piottino con una terribile tempesta.
1611
21 giugno
Viene bruciata alla Vetra Doralice de' Volpi.
25 giugno
Viene bruciata alla Vetra Antonia de' Santini
29 giugno
Il governatore di Milano Juan de Velasco invia una lettera a Francesco de Castro, ambasciatore della Spagna presso il Papa, dove lamenta l'inerzia dell'Inquisizione contro le streghe e descrive la gravissima situazione di Milano infestata da streghe e malefiche.
13 luglio
Lettera del governatore Velasco ai magistrati cittadini per raccomandare l'acquisto della Torre dell'Imperatore, al fine di istituire un carcere per le streghe.
1617
4 marzo
Al termine di una famoso processo durato alcuni mesi, viene bruciata alla Vetra come strega la fantesca pavese Caterina de Medici, accusata di aver tentato di avvelenare il suo padrone, il senatore Luigi Melzi.
Per l'occasione viene costruita per la prima volta una Baltresca, un palco per l'esecuzione, che consentiva alla grande folla dei presenti di assistere allo strangolamento che precedeva il rogo.
1620
9 maggio
Viene bruciato alla Vetra come stregone Giacomo Guglielmotto.
10 giugno
Vengono bruciate come streghe alla Vetra Angela dell'Acqua e Maria de' Restelli.
7 agosto
Il Consiglio di Provvisione di Milano decide di destinare alla "rifettione delle chiese parrochiali di questa Città" le 3252 lire accantonate per il carcere delle streghe. L'iniziativa viene così abbandonata.
1623
20 marzo
Bolla Onnipotentis Dei che segna una svolta nell'atteggiamento della Chiesa nei confronti delle streghe. In questo, come in altri documenti contemporanei, si condannano i processi sommari o basati su indizi minimi e si raccomanda di condannare solo coloro che si sono resi colpevoli di venefici e altri reati contro le persone. Le esecuzioni comunque continueranno ancora per più di un ventennio.
1630
1 agosto
Vengono giustiziati come untori in piazza Vetra Gian Giacomo Mora e il Piazza. Viene innalzata la Colonna infame al posto dov'era la casa del Mora.
1631
Il gesuita tedesco Friedrich Spee pubblica la Cautio criminalis sostenendo l'innocenza delle streghe e propugnando la fine delle persecuzioni, che vennero notevolmente attenuate nel territorio dell'Elettore di Magonza.
1634
Processo in Francia contro Urbain Grandier e le Orsoline del convento di Loudun. Questo processo, uno degli ultimi celebrati in Francia, è stato reso famoso nel nostro secolo dal saggio di Aldous Huxley, I diavoli di Loudun.
1641
12 novembre
Vengono bruciate alla Vetra come streghe Anna Maria Pamolea, padrona, e Margarita Martignona, sua serva. Sono le ultime due streghe condannate a Milano. I processi per stregoneria continueranno ancora per ottant'anni nelle valli alpine, fino al 1721.
1680
30 luglio
Viene strangolato e bruciato in piazza Santo Stefano Maggiore Carlo Maurizio Anna, per reati di competenza civile.
Era anche accusato di "infami scritti, sortilegi, Magici, Diabolici qualificati che teneva, e respettivamente praticava".
1692
Nella cittadina di Salem, nella Nuova Inghilterra, si scatena l'ultima grande caccia alle streghe nella quale sono coinvolti emigrati protestanti inglesi e olandesi, pellirosse e schiavi negri. Si conclude con la condanna a morte di 19 persone.
La vicenda è stata raccontata da Arthur Miller nel dramma Il crogiuolo all'epoca del maccartismo (1952-53).
1749
Si apre tra dotti una polemica sull'esistenza della streghe. Emerge per la prima volta ufficialmente con il libro di Girolamo Tartarotti "Congresso notturno delle Lammie" e con gli scritti di Scipione Maffei la posizione illuminista che considera il fenomeno una credenza fantastica, opera di "cervelli pazzi e teste strambe".
1788
giugno
Tra giugno e agosto vengono bruciati nel chiostro di S. Maria delle Grazie, per volere dell'imperatore Giuseppe II, tutti i documenti relativi all'Inquisizione di Milano, che coprivano il periodo 1314-1764.
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LA VOCE DELLE STREGHE

«I documenti raccontano »
Roberto GrassiMilano: Viennepierre edizioni /
Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 2007192 pp.,
€ 15,00
ISBN 978-88-7601-074-3
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Raffaela Maria Sateriale
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STREGHE a Nogaredo- Cronaca di un processo di Lamie
E’ forse nel gotico borgo di Nogaredo che troveremo un chiaro esempio di questa “lamia”, non l’amante del diavolo, bensì una semplice donna di campagna la cui ignoranza e le cui invidie saranno la sua condanna al rogo. La vicenda ha inizio il XXIV Novembre del 1646, data in cui si diede inizio a quello che sarà denominato “Processo Criminale per la Distruzione delle streghe”. In questa data infatti Maria di Nogaredo, nota con il soprannome di Mercuria, accusata di stregoneria per aver aiutato ad abortire una ricca donna del paese, la marchesa Bevilacqua, addita Domenica Chemelli, nota con il soprannome Menegota, e sua figlia Lucia, moglie di Antonio Cavaden di esser anche loro ree. In realtà, come si può ben leggere tra le righe delle numerose confessioni poi estorte alla Mercuria, tra le donne vi era solo una forte inimicizia nata da un battibecco pubblico nella piazza del paese su della canapa che, secondo Domenica, era stata rubata lei proprio dalla sua accusatrice. Epidemie, carestie, ma spesso complotti e gelosie, erano il vero inizio di processi interminabili che portavano a torture e alla morte di molti abitanti di piccole comunità dove ancora forte regnava la paura e il soprannaturale. Mercuria pensava di poter denunciare e dunque vendicarsi delle due donne senza che per lei ci sarebbe stato alcuna accusa, ma la verità è ben lontana, tra i tormenti e il crepitio delle sue ossa sottoposte alla tortura della corda, durante l’interrogatorio del 15 Novembre, confessa di esser una strega, iniziata proprio da Domenica e la figlia Lucia, per le quali aveva rubato anche il Santissimo Sacramento “…quattro ostie mi ho levate fora de bocca, una delle quali ho data alla Menegota, una a quella di Nogarè, e con le altre due m’insegnarono che dissipassi delle creature…”. Tra gli omissis presenti nel manoscritto che ne descrive le confessioni, che verosimilmente coincidevano con tremende torture patite da Mercuria, ella confessa anche di aver partecipato a sabba notturni sotto le sembianze di gatto e di essersi unita con il diavolo. Queste sono le accuse e i moventi di un processo che vedrà indagati a catena moltissimi abitanti del paese, questo lo scenario dei molti processi del XVII secolo in una consuetudine tipica dei processi di campagna, ove sempre più spesso, più che di fronte a streghe e fattucchiere, siam in presenza di misere donne che, per invidia, ignare dei rischi delle loro confessioni, accusavano e denunciavano altre loro compaesane. Il 27 Novembre, al cospetto del Giudice viene portata Domenica Chemelli a rispondere delle accuse a lei mosse e il 29 la figlia Lucia che non fanno altro che confermare l’astio tra loro e Mercuria sfociato nel litigio per la canapa rubata. Ma il “tratto di corda” doveva ancora far sentire i suoi effetti e così Lucia racconta come lei e altre donne del paese stregarono il signor Cristoforo Sparamani, “…e divenni piccola piccola in forma di gatto, et andassimo di compagnia in casa Sparamani, entrando per la parte della stalla di sotto…et arrivate dove detto Cristoforo era in letto solo, che dormiva, cominciò ad ontarlo aiutandola sempre la Mercuria, et incominciarono dal capo sino alii piedi, né mai esso si mosse dal sonno, né io mai le aiutai…e fornito che avessimo, ci partissimo e ritornassimo a casa della Domenica [ si tratta di Domenica Graziadei, donna accusata successivamente, precisazione da farsi per non entrare in confusione con la stessa madre di Lucia, Domenica Chemelli n.d.A] , et incominciaron a ridere e a trar fuori del pane…”, e di come partecipavano agli incontri stregoneschi in compagnia del demonio “…vi son andata più volte in compagnia della Mercuria, di Domenica, qualche volta vi veniva mia madre e Morandina di Maran, col diavolo in forma d’huomo, che ci abbracciava tutte, e poi andavamo a spasso facendo festa e ballavamo…”. Con il proseguo del processo scopriremo ancora una volta la triste verità che si cela dietro a questi racconti, infatti il 6 Dicembre, Cecilia Sparamani, in interrogatorio, descriverà come il figlio Cristoforo era soggetto ad attacchi epilettici, la medicina non aveva avuto effetti su di lui e così “…deliberai di mandarlo a Padova da Sant’Antonio ma…fu condotto a Brontolo, ad un Vescovo dal qual fu scongiurato; poi l’ho fatto condurre a Trento da Padre Macario a ricever alcuni bollettini contro le fatture…”. Ancora una volta, dietro alle accuse e alle denunce di stregoneria veniva riproposto alla comunità, o al singolo, il capro espiatorio degli eventi che la razionalità umana non riusciva a spiegare. Il 2 Dicembre era ancora la corda a parlare, durante gli interrogatori alla domanda se aveva altre accuse da fare, Lucia Cavaden risponde che “…se vostra Signoria mi dimanderà, dirò quel che saprò: ma di grazia non mi faci dar tormenti!…”. L’orrore dell’infamia si stava spargendo, furono interrogate successivamente la Menegota, madre di Lucia e Domenica Gratiadei, che, se in principio erano pronte a negare di aver partecipato a simili rituali, “…Vostra Signoria scriva che l’ho fatto, non so però d’averlo fatto…” successivamente, tra torture e prigionia, confessarono le orribili accuse. Molte altre persone sarebbero così state accusate ed arrestate, Benvenuta Graziadei, figlia della già citata Domenica, Cecilia Sparamani, madre di quel Cristoforo stregato dalle donne, Madonna Maria e sua figlia, il fabbro Gratiadei, il signor Santo Pertellino, Caterina Fitola, Ginevra Chemola, Isabetta e Paolina Brentegani, Maddalena Andrei (detta la filosofa), Valentina Andrei e Pasqua Bernardini.
La comunità cade nella trappola dell’inganno, e così molti degli eventi negativi avvenuti, degli incedenti e delle malattie nel paese vengono attribuiti e imputati alle stregonerie delle donne, il tetro sipario della superstizione e della paura calava terribilmente su quell’inverno del 1646. Ecco così che al tribunale si presenta Antonio Ferrari, “…già alcuni anni mi morseron alcuni bovi, una vacca ed una manza con mio gran danno; sebbene però non ho avuto sospetto di alcuno. Mia moglie l’altro giorno mi ha raccontato che Lucia Cadavena, che hor si trova qui prigioniera, vene una volta in casa mia a pregarla ch’io volessi tenerle una creatura a battesimo…” e anche la morte prematura della figlia del Giudice e Cancelliere del processo Frisighello fu attribuita ad un’erba velenosa portata lei da queste streghe. Non ci volle molto a far confessare anche queste nuove accuse, il 7 Dicembre, sotto tortura Lucia parla “…d’un insalata mandata alla fu Lisabetta, figlia del Cancellier Frisinghello, per farle fare il mal fine…”, il 18 dello stesso mese, al suo sesto interrogatorio in richiesta della sua complicità per il tragico incidente delle vacche la ragazza risponde “…signor sì ch’è vero e io lo ratifico, e lo mantinirò anche nei tormenti…” e lo stesso farà Benvenuta Graziadei.
Il processo durò ben un anno, a nulla valsero le difese degli avvocati delle donne, il fatto che il Cancelliere era coinvolto direttamente nel processo per giudicare le donne che avrebbero ucciso la figlia e la moglie, che le accuse iniziali erano mosse da chiara diffamazione tra donne che, si accusavan l’un l’altra pur di salvarsi, che molte delle testimonianze furono suggerite dagli inquisitori durante le torture, che i medici affermarono che i molti “marchi del diavolo” ritrovati sui corpi delle giovani durante gli interrogatori ove veniva così denudata e rasata completamente per scrutare le parti più intime e segrete, al limite di una morbosità sessuale, erano di origine naturale, che, come si legge dagli atti della difesa “…se ad aprir una inquisizion criminale ponno bastare indizi ancor lievi, per carcerare se ne richiedono di fondati, per tormentare di ugenti, per condannare di chiari come la luce del sole…”. Il XIV Aprile 1647 Domenica Chemella, Lucia Cadaven, Domenica Graziadei, Caterina Baroni, Ginevra Che mola, Isabetta e Polonia Graziadei e Valentina Andrei, furono condannate alla decapitazione e al rogo dei loro corpi tenuta in località Giare e alla quale dovette assistere tutta la popolazione, pena un’ammenda di 25 ducati.
Ignoranza, pregiudizi, vendette e crudeltà, questi furono le vere imputazioni di un processo terminato nel sangue e che scosse l’intera comunità di Nogaredo ma che allo stesso modo colpì molti altri paesi, come Triora, o Rovereto per citarne qualcuno. Sarebbe bastato accusare qualcun altro per avere nuovi sviluppi e nuovo dolore, “…ed arduo sarebbe conghietturare quai gigantesche dimensioni quel formidabile dramma avrebbe potuto assumere mercè gl’influssi, e dietro la spinta d’una volontà inflessibile…”[2]
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[1] A. Romanazzi, La Dea Madre e il Culto Betilico, antiche conoscenze tra mito e Folklore, Levante editore, Bari 2003
[2] T. Dandolo, La Signora di Monza e le streghe del Tirolo, Milano 1855
Pubblicato da
Raffaela Maria Sateriale
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16:09
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