SETIRIA

QUANTE STREGHE

mercoledì 26 settembre 2007

LA STREGA


Figura eccentrica ed anticonformista, spesso più vecchia e povera della media, la strega non rientrava nei criteri di comportamento tradizionali della comunità; a volte, le sue caratteristiche fisiche la facevano sembrare una “diversa” dalla norma.
Come spesso succede, il bello si identifica con il buono ed il brutto con il cattivo. Non a caso la strega da sempre viene effigiata come vecchia, zoppa, mezza cieca, pallida, sudicia, rugosa, spesso deforme; era opinione comune infatti che, a causa di queste limitatezze fisiche, mossa da lussuria insaziabile, e, nella difficoltà di trovare un partner sessuale, fosse preda del principe della tenebre.
La storia del costume non è altro che un riflesso della storia del mondo. L’abbigliamento della strega non fa eccezione anche se la maggior parte dei dati su di esso sono rintracciabili nella leggenda.
Le streghe dei dipinti di Francisco Goya portano il cappello conico e privo di tesa che durante il medioevo veniva associato agli eretici. Forse questo copricapo richiamerebbe le corna che in parecchie divinità pagane simboleggiavano il potere. A volte il cappello ha due punte; oggi, di solito, viene rappresentato con una sola punta.
Ritroviamo in molti miti e leggende anche il mantello, capace di conferire poteri magici, di solito blu scuro o nero, ricamato o dipinto con segni e simboli magici tutti d’oro tipo alfabeti, pentacoli e segni zodiacali. Margaret Murray * fa notare che in tutte le tradizioni religiose certi indumenti vengono indossati solo alla presenza della divinità, e vengono riposti successivamente. In molte tradizioni religiose antiche, come quella egiziana e ebraica, gli indumenti indossati al cospetto della divinità dovevano essere lavati e purificati dopo l’uso. Il mantello della strega potrebbe essere, volendo, anche accostato ai paramenti degli officianti, forse nel tentativo di avvicinarsi ad una non-religione.
Nei dipinti e nelle illustrazioni fantastiche, la calzatura associata alla strega è la pouline, la lunga scarpa dalla punta spropositata che ancora una volta ha una valenza fallica, associando nuovamente la strega alle divinità pagane e al sesso. La figura della strega sembra raccogliere attorno a sé tutto ciò che è immorale, satanico, “diverso” per le persone “normali”.
Se le giarrettiere erano simboli di potere magico nella preistoria, nel medioevo indicavano posizione sociale elevata . Forse la giarrettiera simboleggiava il rango, nell’antica stregoneria, e il suo significato mitico ha fatto sì che diventasse un amuleto in tutte le leggende e le fiabe che ne parlano, associata alle cinture, alle scarpe, ai borsellini e alle spade magiche. Alcuni esperti di stregoneria specificano che la giarrettiera deve essere di cuoio verde, con la fibbia d’argento e foderata di seta azzurra.
Dato importante ma alquanto contraddittorio è la raffigurazione della strega spesso nuda. La spiegazione forse più evidente sarebbe quella della pratica orgiastica, selvaggia, anticonformista della congrega stregonesca; non è tuttavia da trascurare l’idea che la nudità favorisse l’emanazione di una certa energia forse trattenuta da un eventuale abito.

*Margaret Murray,Il Dio delle Streghe, Astrolabio 1972.

TRATTO DA http://fantasy.blogosfere.it/2006/02/diversita-ances.html

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